Morto Bomprezzi, giornalista e paladino dei diritti disabili
Morto Bomprezzi, giornalista e paladino dei diritti dei disabili deceduto stamani a Milano – rimarrà nel ricordo di chi l’ha conosciuto il suo perenne sorriso, l’ironia dei suoi commenti, la lucidità delle sue proposte e delle sue analisi. ‘Paladino’ dei diritti delle persone disabili, Bomprezzi, nato 62 anni fa Firenze, è stato giornalista e scrittore. Promotore di innumerevoli iniziative e punto di riferimento culturale e politico per il settore. Costretto dalla nascita su una carrozzina per una grave malattia (la osteogenesi imperfetta), ha raccontato la disabilità con semplicità ed ironia senza mai penalizzare però contenuti e proposte, senza vittimismo e paternalismo. Il ‘giornalista con le rotelle’, come si definiva scherzosamente, è stato, fra l’altro, consulente del comune di Milano e presidente della Lega per i diritti delle persone con disabilità.
E a lui sarà dedicata la riforma del terzo settore, come ha annunciato da Bruxelles il premier Matteo Renzi. Lui – ha detto il presidente del Consiglio – è “un simbolo di tenacia e determinazione, un personaggio del terzo settore, o meglio del primo settore, che combatteva contro la disabilità”. Appena quattro giorni fa era apparso in tv, già ricoverato in ospedale, nella maratona Rai Telethon per la raccolta fondi a sostegno della ricerca genetica. Bomprezzi teneva un blog sul Corriere.it dal titolo ‘Invisibili’. Nella sua carriera da giornalista, ha lavorato anche per il Resto del Carlino, la Rai e il Corriere della Sera e lo scorso giugno era stato nominato consulente di supporto alla Task Force per l’accessibilità di Expo Milano 2015. Dal Comune di Milano aveva ricevuto l’Ambrogino d’oro nel 2005, mentre nel 2007 il presidente Giorgio Napolitano lo aveva nominato cavaliere della Repubblica
. “Non riuscirò mai a dimenticare Franco – ha commentato la parlamentare del Pd Ileana Argentin – per la sua intelligenza, il suo sorriso e la sua voglia di cambiare il mondo. Se dovessi sintetizzare il suo pensiero con uno slogan sarebbe ‘eliminiamo le barriere culturali'”. “Punto di riferimento del buon giornalismo e di chi ha a cuore i diritti dei disabili – ha affermato Edo Patriarca, presidente dell’Istituto Italiano della donazione e deputato Pd – una persona cara, un grande uomo, con la quale ho condiviso molto; il suo essere in prima linea in molte battaglie, unita alla sua forza di non arrendersi mai e alla voglia di vivere, facevano di lui un grande uomo, esempio per tutti noi”. Per la Fish (Federazione italiana superamento handicap), “Franco è stato un esempio, un modello, un punto di riferimento per moltissimi. Odierebbe sentirselo dire, ma è stato il testimonial di un modo pulito, ottimista, coinvolgente di intendere i diritti umani. Ha dato moltissimo alla Fish in termini di supporto, suggerimenti, critiche, aiutandoci a crescere e a migliorare. La sua scomparsa è una gravissima perdita umana, politica e culturale”.
“Ci mancherà uno straordinario compagno di strada, un esempio unico di vita e soprattutto un amico vero” ha sottolineato Pietro Barbieri, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore, secondo il quale dopo tanti anni di lavoro nella comunicazione aveva deciso di “mettersi a disposizione del movimento delle persone con disabilità perché la strada dell’ inclusione era ancora tutta da costruire. Si era reso disponibile a ricoprire cariche associative e di farlo nella sua nuova terra, la Lombardia, e di mettere a disposizione del movimento la sua capacità di giornalista”.
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